Quando ci sediamo per meditare, ci prendiamo cura di noi stesse in modi che a prima vista potrebbero non essere evidenti. I benefici della meditazione non sono solo numerosi, ma supportati dalla scienza: ci sono migliaia di studi che documentano come meditare abbatta lo stress e aiuti a gestire ansia e depressione.
La meditazione è uno strumento potentissimo e accessibile a tutti: chiunque può praticare la meditazione. È semplice ed economico. E non richiede alcuna attrezzatura speciale.
Puoi praticare la meditazione ovunque tu sia, che tu sia fuori a fare una passeggiata, in autobus, in attesa nello studio del medico o anche nel bel mezzo di una difficile riunione di lavoro.
Continua a leggere per saperne di più sulla meditazione e sui benefici che potresti ottenere da una pratica costante.
Sommario
Che cos’è la meditazione
La meditazione è una pratica antichissima: originariamente aveva lo scopo di aiutare ad approfondire la comprensione delle forze sacre e mistiche della vita. Oggi, la meditazione è comunemente usata per rilassarsi e ridurre lo stress.
La meditazione è un vero e proprio toccasana per l’equilibrio mente-corpo: durante la meditazione, impari a concentrare la tua attenzione sul qui e ora fino a eliminare il flusso di pensieri che affolla la mente. Meditare significa godersi il momento e disciplinare la mente a staccarsi dal suo “autopilota” per contemplare ciò che ci circonda e avvertire tutte le sensazioni che attraversano il corpo nel presente.
I tre step della meditazione
La meditazione si compone di diversi step e non consiste nel solo atto di chiudere gli occhi e mettersi in ascolto. Inizia infatti ben prima e prosegue per qualche istante dopo quel momento.
Ecco i tre step della meditazione:
Sankalpa
Termine sanscrito che letteralmente significa “proposito”. Dunque è il mio proposito per la meditazione, il momento in cui mi motivo alla meditazione e inizio a generare energia.
Meditazione
È il processo di sviluppo del Sankalpa, quello che noi identifichiamo proprio come il momento meditativo.
Rilascio
È lo step finale della meditazione, in cui lascio andare l’energia in eccesso che i miei corpi hanno assorbito dalla pratica.
Chiunque dimentichi il primo e il terzo, non può dire davvero di aver meditato!
Benefici fisici della meditazione
Per apprezzare davvero i profondi benefici fisici della meditazione, è importante capire quanto lo stress cronico sia in grado di devastare il corpo. Lo stress stimola il sistema nervoso simpatico, provocando un aumento degli ormoni naturali dello stress (adrenalina e cortisolo) nel flusso sanguigno, che possono influenzare negativamente il corpo. Ad esempio, troppa adrenalina può aumentare il rischio di infarti e ictus; troppo cortisolo può aumentare i livelli di zucchero nel sangue, sopprimere il sistema immunitario e restringere i vasi sanguigni.
Quando, invece, grazie alla pratica della meditazione, il corpo e la mente sono rilassati, viene stimolato il sistema nervoso parasimpatico, che interrompe il rilascio degli ormoni dello stress. Meditare regolarmente aiuta a gestire lo stress in modo più efficace, e questo a sua volta innesca una serie di effetti positivi: la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca e il consumo di ossigeno diminuiscono, si entra in uno stato di pace e di ascolto che favorisce il rilascio delle tensioni fisiche e la capacità di concentrazione.
Benefici emotivi della meditazione
La meditazione, quindi, calma il corpo, abbassa la pressione sanguigna e riduce lo stress. Poter accedere a questo stato di calma favorisce anche la capacità di mettere in prospettiva le emozioni, contribuendo efficacemente a controllare ansia, stress e depressione.
Ma quello che forse non sai è che la meditazione può davvero cambiare (in meglio) il tuo cervello. Nel 2011, Sara Lazar e il suo team ad Harvard hanno scoperto che la meditazione può effettivamente modificare la struttura cerebrale: è stato scoperto che otto settimane di pratica erano state in grado di aumentare lo spessore corticale dell’ippocampo, zona che regola l’apprendimento e la memoria, e di alcune aree del cervello che svolgono ruoli nella regolazione delle emozioni e nell’elaborazione autoreferenziale (responsabili della cosiddetta monkey mind, quello stato in cui l’attenzione consapevole è incapace di rimanere ferma su un unico oggetto per più di qualche secondo e salta di pensiero in pensiero come una scimmia agitata). Contemporaneamente, c’era stata anche una diminuzione del volume dell’amigdala, il complesso cerebrale che ha il ruolo di attivare le risposte di paura, ansia e stress.
Qual è la differenza tra meditazione e mindfulness?
Queste due pratiche vengono spesso confuse, ma si tratta di due pratiche solo apparentemente simili, perché in realtà hanno due scopi ben diversi. Mentre la prima è una pratica antica, la seconda arriva solo nel secolo scorso e ne costituisce solo un piccolo tassello.
In sintesi, ecco i tre elementi chiave:
- La mindfulness ci fa focalizzare sull’essere consapevoli di qualcosa, mentre la consapevolezza della meditazione è del nulla, del non essere.
- La mindfulness ci spinge a porre attenzione non giudicante al momento presente, supportando e creando le basi per la meditazione. La meditazione è quindi “uno step successivo”, che espande proprio la mindfulness.
- La mindfulness ci guida a un focus che può essere spesso e volentieri anche esterno a noi, mentre la meditazione gira l’attenzione esclusivamente all’interno.
Questo non significa che una sia meglio dell’altra, ma è giusto capirne le differenze per sapersi orientare quando si tratterà di scegliere il percorso adatto alle tue esigenze.